venerdì 6 febbraio 2009

Maria Stella, giovane gambero, e la grande Onda che la sommerge.

Il giovane gambero voleva imparare a camminare in avan­ti. Così prese a eser­citarsi di nascosto e, a suon d'inciampi e nasate per terra, riu­scì nel suo intento. I genitori la presero male: la madre fe­ce una scenata da madre, scoppian­do in lacrime ("Torna in te, cammina come i tuoi fratelli, che ti vogliono tan­to bene"; il padre ebbe la reazione di un padre: lo cacciò di casa («Il ruscello è grande: vattene e non tornare più in­dietro»). Il giovane gambero iniziò co­sì il suo cammino solitario e in avanti. Un gruppetto di rane-comari lo osser­vò con sospetto, invece che con ammi­razione ("Il mondo va a rovescio"), ma lui non se ne curò. Poco più in là, s'im­batté in un vecchio gamberone malin­conico, nascosto al riparo di un sasso ("Anch'io, da giovane, pensavo di inse­gnare ai gamberi a camminare in avan­ti. Ed ecco cosa ci ho guadagnato: vi­vo tutto solo e la gente si mozzerebbe la lingua, piuttosto che rivol­germi la parola"). Il gio­vane gambero provò pe­na per il vecchio e un po' di timore per sé. Ma infi­ne lo salutò e proseguì dritto per la sua strada.

In questi giorni, le scuole primarie ita­liane distribuiscono ai genitori dei bam­bini in età scolare un grazioso pieghe­vole, dal titolo «Devo iscrivere mio fi­glio alle scuole elementari. Che cosa cambia?». Aprendolo, si trova la foto di un ragazzino vestito di blu, in piedi di fronte alla lavagna e affiancato dal­la sua - possiamo scommetterlo an­che se è di spalle - assai giovane inse­gnante. L'alunno deve rispondere alle «domande di comprensione sulla let­tura». E quelli del ministero dcll'lstruzione, con un pizzico di vanità, fra tutte le possibili letture hanno scelto proprio la favola del giovane gambero, scritta da Gianni Rodari, che afferma il corag­gio delle proprie convinzioni al di là del giudizio altrui, l'irriverenza e la fatica del progresso che deve necessariamen­te rompere con il passato.
A un primo sguardo, non possiamo che dare loro ragione: il bambino in blu, in­fatti, sta scrivendo su una lavagna in­terauiva, roba che ci sognavamo fino all'altro ieri. Il touch-screen illumina­to gli permette di selezionare Io spesso­re della matita virtuale e ha una serie di pulsanti a lato, per cancellare, per cambiare colore, per sentire dei suoni. Ec­co il progresso, finalmente, che arriva nelle nostre aule. E, benché (maligna­mente) immaginiamo le scene dell'inse­gnante alle prese con i criptici messaggi di errore che inattesi compaiono sulla nuova lavagna high-tech, impedendo­le di fare ciò che vuole ("Ragazzi, va­do a chiamare il bidello"), noi siamo dalla parte dei giovani gamberi del mi­nistero e del gambero Mariastella Gel­mini. Arriva la tecnologia, era ora: it 's evolution, baby!
Poi, però. spostiamo lo sguardo sulla pagina accanto della brochure. «Insegnante unico di riferimento», recita il ti­tolo su sfondo marroncino simil-bache­ca-di-sughero. Il giovane gambero frena bruscamente, sollevando un polverone di sabbia "ahi ahi! non sarà davve­ro più sicuro invertire la marcia?"). Fa due timidi passetti all'indietro, mentre noi apriamo ulteriormente il pieghevo­le del M I UR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) e, voilà, scopriamo infine le Vantaggiose Offer­te Del Progresso.
Come per gli elettrodomestici sul vo­lantino dell' Auchan, il genitore del bambino in età scolare si trova a po­ter scegliere tra diverse soluzioni: i due «Modelli Base», da 24 o da 27 ore settimanali, op­pure i super-accessoriati, performanti ed ecososte­nibili «Modelli a Richie­sta», da 30 o 40 ore. Pur­troppo, sotto questi ulti­mi, che noi chiamavamo «Tempo pieno», in corpo di testo più piccolo viene specificato: «Che la scuo­la potrà attivare in base all'organico disponibile». Il giovane gambero si guarda intorno smarrito. Non si è mai avventurato co­sì a valle lungo il ruscello. Avverte dei rumori sinistri. Comincia a scorrazza­re qua e là, un po' in avanti e un po' al­l'indietro ("Dove sono tutti?"). Con la coda, urta un sassolino che si trova a pelo d'acqua. Quello si muove e pro­voca una piccola frana sulla riva, una pioggerellina di sassi ("Plof plof plof"). Il giovane gambero sente i tonfi sopra di sé, guarda in alto, appena in tempo per vedere la grande Onda che si sol­leva e gli si rovescia addosso.

Di Paolo Giordano - Scrittore. 27 anni, ha vinto Io Strega 2008 con il suo primo romanzo La solitudine dei numeri primi. È ricercatore di Fisica - Vanity Fair n. 06-2009

Per approfondire leggi anche: Come un ministro ti diventa avvocato, di Gian Antonio Stella - http://contecarlo.altervista.org/blog/?p=350

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